Poteva esistere PETRAGUARANZANA  
PRIMA DEL 1100 ?

 

     La risposta è si, e i motivi possono essere tre.

  la prima parte del nome : Petra, deriva, naturalmente, dal grande masso.

) la seconda parte: Guaranzana,
deriva dal vocabolo latino - barbaro guaranzia ( da cui anche quarantia, quarentia e, infine, garanzia) a significare la protezione o garanzia assicurata dal grosso masso.

Ma Guaranzana potrebbe avere origine anche dal nome longobardo WARINZIO al quale potrebbe essere appartenuto.
L'esistenza della contrada e della fonte di S. Angelo, Santo molto venerato dai Longobardi, può essere una ulteriore prova dello stanziamento di quel popolo nel nostro territorio.

 

) La Santa Protettrice  del Paese è Santa VITTORIA Vergine e Martire (a cui è intitolata la Chiesa Parrocchiale); il culto alla Santa fu diffuso nella nostra zona (S. Vittoria è anche protettrice di Tornareccio) dai monaci della Imperiale Abbazia di Farfa che nell'anno 829 si trovavano nel piccolo monastero di Santo Stefano di Lucania, presso Tornareccio; però il monastero fu distrutto dai Saraceni e rifiorì nel secolo XI e non sappiamo se l'intestazione della Chiesa alla Santa avvenne prima o dopo la distruzione.

) Un'altra prova che il territorio di Pietraferrazzana era abitato dall'antichità è l'esistenza di parecchi reperti archeologici trovati nelle contrade Bricciole (Vricciuole) e la Novena (o Novela), tutte e due nei pressi di S. Angelo.
I frammenti rinvenuti nella prima contrada sono di: coperchio di argilla, orlo con tracce di ansa di unguentario,  fondo di coppetta di argilla depurata, vaso di ceramica d’impasto, orlo di vasetto di argilla presigillata con decorazione a secco sotto l’orlo;  nella seconda contrada frammenti di : anse a nastro, anse a bastoncello inerenti  a piccole anfore o brocche (olpi), fondi di coppette, piatti, etc in argilla d’impasto, ceramica a vernice nera del tipo D, orlo a due pareti di ceramica a vernice nera d’imitazione, fondo di piatto a vernice nera,  orlo di vasetto in argilla a pareti sottili a forma globulare, laterizio di forma circolare per probabile uso di colonna, tegoloni di copertura (molto abbondanti), condotta di acquedotto,  ed, infine, di  fusaiola in ceramica d’impasto (argilla nera per inclusioni organiche – carboniose, presumibilmente di epoca molto antica); finora i ritrovamenti sono stati, in genere, fortuiti e casuali, nella totale assenza di indagini archeologiche.

 

 

 

         


Urna con il corpo di S. Vittoria - Chiesa di S. Vittoria in Matenano 
(Ascoli Piceno)

Guaranzana ha la stessa etimologia dei termini tedeschi antichi gewährung e Währung e dell'inglese warranty, dallo stesso significato.

Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 d.C.), anche la regione abruzzese risentì delle tragiche vicende delle invasioni barbariche:

I Longobardi arrivarono in Italia nel 568; sotto di loro la media Valle del Sangro appartenne al ducato di Benevento, al confine con quello di Spoleto.

I termini Fara e Pesco che formano i nomi di molti paesi abruzzesi testimoniano la loro diffusa e duratura presenza in Abruzzo.

 

 

Vittoria era una giovane romana e subì il martirio al tempo dell'imperatore Decio (249 - 251 d.C.). Vittoria e la sorella gemella Anatolia; entrambe avevano abbracciato la fede cristiana, si rifiutarono di abiurare e di sposare due patrizi romani, per cui furono  esiliate nella regione Sabina. Vittoria subì il martirio e uccisa di spada il 23 dicembre 250. Nell'827 il suo corpo fu portato, dai monaci farfensi, sul monte Matenano, dove sorse il paese di S. Vittoria in Matenano, nella cui chiesa c'è un sarcofago con il corpo della Santa; la testa invece si trova nel Sacro Speco presso Subiaco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Domenico Scopino, 
S. Vittoria e il Drago
 
(olio su tela, 1992), Chiesa di S. Vittoria

         
(vai alle pagine su Domenico Scopino)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Prima immaginetta sacra della statua di S. Vittoria di Pietraferrazzana fatta fare dal Parroco Don Giustino negli anni '50


Particolare della statua di S. Vittoria


Chiesa Parrocchiale di S. Vittoria, dopo il restauro degli anni '50

Domenico Scopino,
Il martirio di S. Vittoria 
(olio su tela, 1992), Chiesa di S. Vittoria