ERCOLE    DE  LUCA   E   LE SUE POESIE

 

                                    LA VITA

Ercole De Luca è nato a Lanciano il 15 maggio del 1914. 
Diciassettenne fu assunto come cantoniere nella ferrovia Sangritana nei pressi di Pietraferrazzana, dove si è trasferito e ha sposato la pietraferrazzanese Angelina Liberatore. 
Nel ’35 e nel ’37 nacquero i suoi due figli. 
Nel ’41 dovette partire militare. 
Al ritorno, nel ’45, trovò la ferrovia distrutta dalla furia degli eventi bellici e dovette allontanarsi da Pietraferrazzana, sua nuova patria, e trasferirsi in un casello in territorio di Lanciano; fu promosso caposquadra nella già ricostruita tratta S. Vito Marina – Lanciano, mentre sua moglie custodiva un passaggio a livello. Nel 1986 è ritornato a Pietraferrazzana.

Nel 1971 ha cominciato a scrivere poesie e anche canzoni, sempre in dialetto, partecipando ai festival nazionali “I Canti della Montagna” ed altre manifestazioni; in particolare una sua canzone, intitolata “Primavere”, musicata, come tutte le altre, dal maestro Bruno Manzitti, e cantata da una bambina di otto anni, ha vinto il 1° premio al Festival degli Anni Verdi svoltosi a Lanciano nell’ottobre del ‘78.

Dal suo animo gentile e dal suo passato di gioie e soddisfazioni, ma anche di sacrifici e dolore, scaturiscono poesie calde e genuine.

I motivi che predominano nei suoi versi sono il sentimento religioso ( ha scritto vari inni per le feste patronali anche per i compaesani d’America ), l’amore per il paesello d’adozione, ma anche una struggente nostalgia per la giovinezza passata e per le tradizioni e i costumi dimenticati della nostra terra.

 

LA PRETE

 

Na prete tante grosse e priputente

risiste a li tempeste  e li bbufère,

notte e jurne a lu ciele j’ te’ ‘mmente

come ssi fusse sempre primavere.

 

La nature alloche  l’à lassate

gne na furtezze dentr’a na trincere,

ma nu paese ci s’arrampicate

nghi gente buone e anime sincere.

 

L’une assopr’all’atre arinciumete

guardenne nghi ardore a lu passate,

li case frabbicate sole a prete,

mo’ pare nu prisepie abbandunate.

 

Nghi tutte stu pregresse ch’è ‘rrivate

la gente a stu paese si n’è jte,

li vicchiarille sole ci-à ristate,

aspette lu tramonde di la vite.

 

Nghi nustalgie spesse mi v’è ‘mmente

l’anne trascorse di la giuvinezze,

arrete a nu balcone ugne mumente

guardè l’amore me nghi cuntintezze.

 

Pure pe me lu tempe à passate,

gne nu celle vulesse fa lu nite,

all’ombre di sta prete tant’amate

vulesse arimanè tutta la vite.

     La poesia "La Prete" è stata letta, il 18 agosto 2006, nella manifestazione "Ricordando La Maggiolata"