Pietraferrazzana   CAFERRA: significato, origine e diffusione del cognome pagina 3

VINCENZO, il primogenito di Luca e Marianna, nato il  24 – 6 – 1763,  che sarà registrato prima come contadino e poi, nel 1826, come muratore, il 24.6.1788 sposa Carmela, figlia di Eusebio de Nardis; il matrimonio viene celebrato a Pietraferrazzana dal parroco Thomas Vizioli.
             Nel 1796 pagava una tassa di 72 carlini (40 carlini per il “testatico”, uguale per tutti, 24 carlini per il suo lavoro di bracciante, 2 carlini per le olive raccolte, altri 2 carlini e mezzo per le 2 pecore e 3 carlini e mezzo per  due somari.

Vincenzo muore il 5 novembre 1831, “alle 5 di notte nella Casa dove abita”, all’età di 69 anni; la denuncia della morte fu fatta, davanti al sindaco Costantino Liberatore e al cancelliere Ottavio de Nardis, da Domenico Polidoro , di anni 31, e da Alessandro del Peschio, di anni 62, entrambi contadini; la sepoltura avvenne il giorno seguente nella Chiesa di S. Sebastiano, che si trova fuori dal centro abitato di Pietraferrazzana, a circa 400 metri dalla Parrocchia, sulla strada che porta verso la stazione ed il borgo dei “Paglieri”.
 

I figli di Vincenzo e Carmela , tutti nati a Pietraferrazzana, furono:

            Pietro, nato  il 10 aprile 1793;

Antonio, nato il 28 febbraio del 1796;

Agnes, non  ne conosciamo la data di nascita, sappiamo solo che muore il 23 novembre 1802;

Anna, nata nel 1801; sarà registrata come contadina e, il 4.2.1826, sposa Nicola del Peschio, anch’egli contadino; purtroppo morirà appena due anni dopo, alle ore 10 del  9 ottobre 1828, all’età di 28 anni;

Agnesia, nata nel 1807; nel 1830 sposerà Carmine di Toro;

Maria Antonia Carolina, nata alle ore 12 del 21 maggio 1810; nel 1833, il 1° luglio, sposa Alessio Polidoro, di anni 26, vedovo di Mariantonia Marano; Maria Antonia era filatrice, mentre Alessio era bracciale (bracciante) agricolo; anche Carmela, madre di Maria Antonia, era registrata come filatrice. Non sappiamo quanti figli ebbero Alessio e Maria Antonia, ma uno di essi, di nome Carmine, muore a 20 anni nel 1864.  Maria Antonia muore il 20 novembre 1872 nell’abitazione al “rione supportico” (nei pressi di “sott’a lu sporte”, oggi via dei Mille e largo dei Mille).

 

PIETRO, il primogenito di Vincenzo e Carmela, nato il 10 aprile del 1793, già nel 1806 fu iscritto nelle liste comunali del servizio militare di leva, però risultò assente perché era a Napoli; nel 1821 era, come il fratello Antonio, militare;  il 25 novembre del 1821  sposa Santa (o Sanda) Polidoro, di anni 17, nata il 6.11.1803 (aveva 18 anni e non 17 come scritto nell’atto di matrimonio) da Pietro Polidoro di Pietraferrazzana e da Anna Chiola di Colledimezzo (paese a tre chilometri da Pietraferrazzana); i testimoni delle nozze furono Antonio Scopino e Don Andrea Cacciuni (della famiglia dei Baroni di Pietraferrazzana). Pietro possedeva, tra l’altro, un terreno  “alle Scoste” di 48 are.

I figli di Pietro e Santa, tutti maschi, furono:

            Eusebio, nato il 23 maggio 1824;

            Falco, nato il 4 marzo 1826, il quale morirà appena 10 giorni dopo;

Giovanni, nato il 13.6.1828; la denuncia della nascita fu fatta dal nonno Vincenzo davanti al sindaco Gaetano Lemme; anche Giovanni morirà bambino il 29.8.1831  (la  mortalità infantile era una piaga molto grossa !);

Giovanni Vincenzo, nato il 31 luglio 1834;

Pasquale, nato il 4 novembre 1837; in data 3 dicembre 1865 contrae matrimonio con la diciassettenne Angelina Polidoro, figlia di Antonio e di Carmina del Peschio; in uno stato di famiglia  degli inizi del ‘900 viveva con la moglie Angelina Polidoro (nata nel 1848) e con la figlia Francesca Paola nata nel 1882. Nel 1884 paga una tassa di una lira e 70 centesimi per terreni nelle contrade “Spagnoletta, Fontesuo e Macchia a la lama”; per gli stessi terreni, più un altro “ alle Scoste” , nel 99 paga lire 4, 73; altre lire 1,90 paga, sempre nell’84, per un terreno coltivato a granone nella contrada “Vallocchie” ; nello stesso anno paga altre 3 lire per il possesso di 2 pecore ed un maiale.

Gaetano, nato il 27 febbraio 1842.

Pietro morì il 7 febbraio 1858 e fu sepolto nella Chiesa di S. Sebastiano; nello “Stato delle Anime” (stato delle famiglie) redatto dal Parroco nello stesso anno,  il nucleo familiare era costituito dalla vedova Santa Polidoro e dai figli Eusebio, con la moglie Maria Giuseppa di Nardo, da Giovanni Vincenzo, da Pasquale e Gaetano; Giovanni Vincenzo e Pasquale erano militari mentre Eusebio compariva come capofamiglia. Il 4 giugno 1864 muore anche Santa.

 

Antonio, il secondogenito di   Vincenzo e Carmela, , nato il  28.2.1796, nell’anno 1820 è una delle tre reclute del contingente di leva di Pietraferrazzana;   all’età di 37 anni, nel 1833, sposa Felicia Carmela Polidoro (in seguito solo Carmela) di anni 26, nata l’8 ottobre 1807, figlia di Annunziato Polidoro, che lavora a Napoli come “famiglio” (addetto alla cura dei cavalli e carrozze), e di Antonia di Cicco di Villa Santa Maria. Nel 1845 Antonio ottiene una  “carta di passaggio o lasciapassare , cioè carta di riconoscimento con i dati identificativi della persona, necessaria per spostarsi all’interno del Regno. Possedeva, tra l’altro, un terreno “alle Scoste” di 27 are e 28 centiare.

I figli di Antonio e Carmela furono:

            Carmina, nata 17 febbraio 1837 la quale però muore, a soli 4 anni, il 31 luglio del 1842 e viene sepolta nella Chiesa di San Sebastiano;

            Carmina, come la sorellina defunta, nata  il 18 luglio del 1843;

            Maria, nata il 20 maggio 1847.

Nello “Stato delle Anime” (stato delle famiglia) redatto dal Parroco nel 1858, con Antonio e Carmela vivono solo le due ragazze. La piccola Carmina, definita “minore di 16 anni” , si sposa, il 5 gennaio del 1860, con Nicolantonio Liberatore di anni 32. L’altra figlia Maria va in sposa a Ferdinando Lemme ma muore, all’età di 22 anni, il 6 settembre 1869; intanto il padre Antonio era morto il 1° agosto del 1864.

 

EUSEBIO, il primogenito di Pietro e Santa,  nato il 23 maggio 1824, contadino, nel 1844 è iscritto nella lista dei giovani di Pietraferrazzana tra cui deve essere sorteggiato la recluta che dovrà partire come militare ( il servizio militare durava 5 anni e naturalmente nessuno era intenzionato a farlo !); Eusebio risultò sorteggiato all’11° posto e, alla misura dell’altezza risulta alto 5 piedi e 3 pollici; i primi sorteggiati vengono convocati: alcuni risultano lontani dal paese, altri risultano “di bassa taglia” (bassa statura) e vengono scartati, per cui man mano vengono convocati anche quelli che occupano i posti più bassi della graduatoria arrivando fino ad Eusebio; anch’egli risulta assente per cui alla sua famiglia, il 10 aprile del 1845, viene intimato di farlo presentare entro 10 giorni. Intanto il 2° estratto, Vicenzo Scopino, che si trovava a Napoli, ritorna in paese ma si dà alla macchia fuggendo per le campagne. L’incarico di cercarlo e di prenderlo fu affidato proprio a Pietro, padre di Eusebio, nella sua qualità di guardaboschi; il 2° estratto viene rintracciato, si presume col sollievo di tutti, e 4 anni dopo risulta ancora soldato. Tra l’aprile del 1846 ed il febbraio del ’49, ad Eusebio vengono rilasciate cinque “carte di passaggio o lasciapassare , cioè carte di riconoscimento con i dati identificativi della persona, necessaria per spostarsi all’interno del Regno. Eusebio sposa Maria Giuseppa di Nardo nata a Colledimezzo il 22 ottobre 1830.

Nel 1866 paga la tassa di 61 centesimi di lira per il possesso di un maiale e di una pecora; poiché quest’ultima pascola “le erbe comunali”, paga altri 13 centesimi annuali; nell’82 coltiva a grano terreni  nelle contrade “Spagnoletta” e “Fontesua”e nell’84 vi pagava una tassa di una lira e 70 centesimi; per un altro terreno “alle Scoste”, coltivato a granone, la tassa era di 60 centesimi; Eusebio muore il 19 dicembre del 1894, nella propria casa “all’ara di Eusebio n. 12”. L’ara di Eusebio, che avrà preso il nome o da lui o dal nonno materno, si trova nei pressi della Chiesa di S. Sebastiano, della contrada “Pagliere” e dell’attuale albergo “Cole del Lago”.

I figli di  Eusebio e Maria Giuseppa furono:

            - Anna Filomena, nata il 29 settembre 1859; di essa non sappiamo nient’altro, però nel 1919 troviamo che il soldato Giovanni Simonelli, di anni 19, morto nell’ospedale di Brunate (Como), era nato a Pietraferrazzana e che la madre era Anna Caferra (potrebbe essere Anna Filomena) e il padre, già defunto, si chiamava Vincenzo.

            - Pietro, nato il 31 maggio del 1861;

            - Domenico, nato il 3 aprile 1864;

            - Giovanni, nato nel 1867 e morto, all’età di due anni, il 29 settembre 1869.